domenica 30 marzo 2014

La casa del sonno // Jonathan Coe


Autore: Jonathan Coe 
Titolo: La casa del sonno
 
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Feltrinelli 
Traduzione: D. Scarpa
Anno: 1999
Prezzo: 8 Euro - ebook 5,99 Euro
Pagine: 312




Quattro ragazzi che frequentano il pensionato studentesco di Ashdown, uniti da una amicizia che, come spesso capita,  finisce nel momento in cui i ragazzi lasciano l'università per intraprendere ognuno la propria strada. La narrazione delle vicende raccontate si svolge tra gli anni 1983-84 e il 1996 
in capitoli che si alternano, concatenati (il capitolo inizia con la parola con cui finisce quello precedente) e rendono il lettore partecipe di quella che sembra essere un miscuglio casuale di eventi e personaggi
Ashdown è intanto diventato diventato un centro per la cura dei disturbi del sonno, di cui i protagonisti sembrano soffrire. 
Sarah, insegnante elementare soffre di narcolessia, motivo per cui durante l'università tutti la credono pazza. Robert, scrittore innamorato di Sarah, è tormentato fin da bambino da uno strano sogno. Terry dorme quattordici ore al giorno ed è proprio lui il personaggio che, facendosi ricoverare nella clinica, mettendo in moto quella che inizialmente mi è sembrata solo una sorta di conferma della teoria dei sei gradi di separazione.
Il periodo trascorso durante l'università ha segnato profondamente l'animo dei personaggi,soprattutto per Robert, innamorato di Sarah, la quale però è prima fidanzata con Veronica e poi troppo confusa per intraprendere una relazione, portando alla fuga del ragazzo e alla rottura dei rapporti tra i ragazzi. Lei però è un burattinaio inconsapevole, la chiave di lettura di tutta la storia.

Non lo nego: avevo già iniziato il romanzo qualche mese fa ma lo avevo interrotto, forse perché non ero riuscita ad entrare nel mood giusto. Quando però lo iniziato per la seconda volta non mi sono immerso in quello che penso sia uno dei migliori romanzi che abbia letto negli ultimi anni. 
Coe è uno dei pochi scrittori che riesce ad essere divertente e drammaticamente profondo allo stesso tempo; l'ironia è una dote che avevo già apprezzato in "Expo 58" a cui però mancava la profondità.
"La casa del sonno" è una analisi psicologica dei personaggi così completa da arrivare alla perfezione, senza mai essere noioso, senza mai essere scontato, senza mai permettere al lettore di tirare il fiato.
Mentre i pezzi del puzzle si ricompongono il romanzo si rivela essere per quello che è: la struggente realtà, il racconto di un amore che si svolge in tempi diversi e che, come spesso accade, non coincidono. 






venerdì 21 marzo 2014

Per dieci minuti // Chiara Gamberale

Autrice: Chiara Gamberale
Titolo: Per dieci minuti 

Genere: Narrativa 
Editore:  Feltrinelli - I Narratori 
Anno: 2013
Prezzo:  16 Euro
Pagine: 187 




"Non ho più un amore. Non ho più una casa ce sento davvero mia, non ho più un lavoro che mi piaceva. Non ho un perno: ecco. Ma la vita che gira attorno a questo perno che non c'è, forse, non è poi così male." "Vede Chiara, è proprio la vita l'unico perno possibile. È perno e ruota assieme, la vita."
Chiara ha trentasei anni, metà dei quali trascorsi con lo stesso uomo, che di punto in bianco la lascia e come se non bastasse da un giorno all'altro la sua rubrica è stata rimpiazzata e si ritrova senza lavoro.
Sola (o quasi), disoccupata, in una città in cui non si sente a casa.
Spiazzata, svuotata, abbandonata alla deriva.
Cosa  fare per ritrovare la rotta? Qualcosa di apparentemente semplice ma in fondo molto, molto difficile: ogni giorno, per dieci minuti, fare qualcosa che non si è mai fatto prima. Dieci minuti, ogni giorno, per un mese.
Piccole cose per colmare quei dieci minuti (fare i compiti insomma) che pian piano (complice anche il tempo) diventano venti, un'ora, una giornata...E piano piano la ferita si rimargina e Chiara riesce ad andare avanti.

Un diario in cui Chiara si mette a nudo, racconta il suo dramma e la sua lenta rinascita; devo ammettere che ho ammirato il coraggio che ha avuto  la giovane autrice nel raccontarsi, in tutta semplicità.
Il romanzo non è un capolavoro della letteratura ma sicuramente concede ottimi spunti di riflessione, senza buonismi gratuiti e finali idilliaci.
A me è piaciuto, molto, moltissimo per le sue intenzioni, un po' meno perché è un libro tutto sommato leggero, mi sarebbe piaciuto che l'autrice riuscisse ad andare più a fondo, ad aggiungere quello spessore che lo avrebbe reso un romanzo maturo...Ma come biasimarla? Credo che io al suo posto non sarei stata in grado di fare qualunque cosa che non sia trascinarmi dal letto al divano e viceversa.
Non so se sia stata intenzione dell'autrice ma credo che inconsapevolmente la lettura sia solo una piccola parte della storia, la linea di partenza: il resto lo dobbiamo mettere noi, dal momento in cui finiamo l'ultima pagina e torniamo alla nostra vita.
Vi segnalo nel caso non lo sapeste che intorno al romanzo, che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico, si è creata una bella comunità di lettori che cercano di prendere esempio da Chiara. Se siete curiosi vi consiglio di visitare la pagina (Facebook) di Chiara Gamberale, seguitissima anche per il fatto che l'autrice sta conducendo un programma su Laeffe, canale 50 del digitale terrestre (link).
Se non sapete come impiegare i vostri primi dieci minuti dell'esperimento date un'occhiata!!



Bastille // Things We Lost to the Fire

lunedì 10 marzo 2014

Buoni consigli. Iniziamo la settimana in bellezza!

Ogni tanto lo sapete che mi piace condividere qualcosa di personale con voi, questa volta si tratta davvero di una banalità ma vi assicuro che, sarà stato per bella giornata o per la mia predisposizione particolare in quel momento, non so...In ogni caso qualche giorno fa mi sono imbattuta in una lista di buoni consigli, precetti o chiamateli come volete: mi hanno colpito mentre li ascoltavo e ho passato una intera settimana a pensarci. Li ho trascritti, stampati e messi belli in vista così da leggerli ogni mattina e ogni sera.
Di certo non mi cambierà la vita ma l'atteggiamento nell'affrontarla di sicuro, soprattutto perché ho sempre avuto delle fastidiose abitudini e credo che per  migliorarsi non sia mai troppo tardi. 
Impiegherete 10 minuti per leggerli, magari vi faranno riflettere...

Sii gentile con il prossimo. Ogni volta che aiuti qualcuno senza avere un ritorno personale, il  cervello produce serotonina, un ormone che ti rilassa e ti fa sentire meglio. In più stimola gli ormoni specchio che ti fa sentire in sintonia con lo stato d’animo di chi ti circonda. Se sei insieme a persone felici perché tu sei stato gentile anche tu sarai felice.

Non odiare e non lamentarti perché è inutile. Pensa a cosa puoi farci e se la risposta è “niente” fai  così: alza il busto, inizia a sorridere e assumi l’atteggiamento di una persona felice. La tua mente si convincerà di esserlo.

Vivi i problemi come delle sfide: l’unico problema irrisolvibile è quello che vedi come tale. Se usi la parola “problema” stai già impostando la mente sulla modalità “piagnone” la quale non farà niente perché il mondo ce l’ha con te.

Sii grato per quello che hai. Il marketing è studiato per renderti insoddisfatto della tua situazione. Vuole crearti dei bisogni che non ci sono per venderti un prodotto.

Sogna in grande. Trova un sogno che ti stimoli, quello che veramente vuoi fare nella vita. Le persone con un obiettivo chiaro sono più focalizzate e il loro lavoro porta a risultati migliori. Sono più felici perché sanno che si stanno avvicinando al loro obiettivo.

Non preoccuparti dei dettagli. Fatti la domanda: ”Me ne fregherà qualcosa tra un anno?” Se la risposta è “no” non preoccuparti, non dare a queste cose irrilevanti il potere di cambiare il tuo umore. Non  ne vale la pena.

Esci di casa. Quando metti il naso fuori di casa non sai cosa può succedere. La pigrizia è un killer della  felicità. Se qualcuno ti chiede di fare qualcosa  fallo! Più cose fai più hai la possibilità di trovare la tua vera passione perché non sai mai dove si nasconde l’ispirazione.

Non inventare scuse. Le persone felici non hanno avuto tutta la fortuna ma hanno usato i loro insuccessi per costruire la felicità. Piuttosto che parlare di come le circostanze ti sono state avverse trova il tuo errore e correggilo. Benjamin Franklin diceva “Chi è bravo a inventare scuse raramente è bravo a fare altro.”

La verità non esiste, la verità è una interpretazione. Puoi decidere di interpretare il mondo in maniera negativa e credere che tutto andrà male o di credere in un futuro straordinario. Più vedrai il lato positivo più riuscirai a cogliere il lato positivo della vita è la fortuna degli ottimisti.

Vivi nel presente, non preoccuparti del passato, non avere paura del futuro. Certo, devi imparare dai tuoi errori, devi fare un piano di quello che vuoi fare negli anni a venire ma la tua mente deve essere focalizzata su questo momento.

Scegli con cura i tuoi amici. Va bene conoscere molte persone ma non ascoltarli tutti. Là fuori la gente ha i tuoi stessi problemi, dubbi, insicurezze. Gli altri non sono perfetti, i loro consigli sono opinioni e la loro interpretazione del mondo è soggettiva quanto la tua. Non cercare l’approvazione degli altri, l’opinione degli altri vale come la tua con la differenza che tu hai più informazioni di loro e sai cosa  ti rende felice. Se qualcuno pensa di sapere cosa è meglio per te tu ringrazia ma saluta allontanandoti con le tue idee.

Impara ad ascoltare. Parla di meno e ascolta di più: se non ascolti non entrerai in sintonia con le altre persone. Impara il buon valore del silenzio, rifletti su quello che dicono gli altri. Vai oltre, nota il linguaggio, il tono, i movimenti. Rispondi a quello che ti è stato detto. Inizia la frase con “tu”, non con “io”. Dai attenzione agli altri daranno più attenzione a te.

Dì la verità. Se dici bugie l’atteggiamento da mentitore sarà talmente radicato  che comincerai a dubitare di te stesso. Le bugie stressano la mente perché sono difficili da elaborare e sostenere.

Smetti di credere nel destino. Credere nel destino è una bella scusa per scaricare la colpa dei tuoi fallimenti su fattori esterni . Ogni successo dipende da te, ogni fallimento dipende da te. Sul lungo periodo fortuna e sfortuna non esistono. Se sei bravo avrai successo, se dai la colpa al destino no. Prova, sbaglia, impara dai tuoi errori e riprova.

“Non posso” non esiste, esiste solo il “non ho voglia”.  



Coldplay // Viva la vida


Buona settimana a tutti :) 

[fonte: http://www.105.net/repliche/ascolta/programma/music-and-cars del 4 Marzo 2014]

sabato 8 marzo 2014

8 Marzo - Una ragazza da Tiffany // Susan Vreeland

Tutti gli anni la "Festa della donna" cade puntuale, ogni anno, sempre nello stesso modo: le mimose, gli auguri, l'orgoglio femminile, le digressioni sul motivo per cui la Festa della donna si festeggia l'8 marzo (tra l'altro ho scoperto che risale alla manifestazione dell'8 marzo 1972 a Roma e incendi vari non c'entrano) e così via.
Gli uomini regalano fiori e auguri, anche quelli che il resto dell'anno passano il tempo a guardare il fondoschiena delle passanti, o a non prendere sul serio le colleghe solo per il fatto che hanno due tette.
La sera ci sono solo ragazze in giro, la metà delle quali mi fa seriamente vergognare di appartenere al genere femminile. 
Insomma,  ogni anno il mio livello di disappunto si alza, soprattutto quest'anno, dopo giorni che ho sentito millanta volte parlare di "quote rosa". 
Si,  perché poi il resto dell'anno tutto torna uguale e anche se il discorso è lungo, complesso, che porta ad estenuanti discussioni, io spero sempre che qualcuno capisca  quanto poco ci sia da festeggiare e molto da pensare.

Ebbene, io vorrei proporvi un libro che di una delle autrici che preferisco quando  voglio leggere qualcosa di leggero, piacevole, scorrevole e  non troppo impegnativo. Susan Vreeland è pubblicata in Italia dalla casa editrice Neri Pozza (la stessa che pubblica i romanzi di Tracy Chevalier): io la adoro, la maggior parte dei romanzi pubblicati da questa casa editrice sono voci di donne che parlano di donne. Se non la conoscete vi invito a scoprirla! 
Il romanzo che vi propongo oggi è veramente splendido e si presta a molte riflessioni sul tema, sebbene non sia quello che si definisce un romanzo "impegnato". 


Autore: Susan Vreeland
Titolo: Una ragazza da Tiffany 

Genere: Romanzo storico 
Editore:  Neri Pozza
Traduzione: Ortelio M. 
Anno: 2010
Prezzo:  18 Euro
Pagine: 504






E' il 1892, a Manhattan, l'Art Nouveau è la moda del momento. Le creazioni della Tiffany Glass &  Decorating Company sono l'emblema della nuova bellezza e raffinatezza: le linee morbide, le  lampade con paralumi di vetro soffiato colorato, i candelabri splendono nel negozio...Un mondo splendido nelle mani  di Lord Tiffany. Ma le vere artefici sono in realtà le Tiffany Girls, le operaie che lavorano per la compagnia: ragazze giovani che vengono dalle famiglie proletarie di immigrati che arrivano a New York per cercare fortuna. Mentre loro sono le braccia, la mente di ogni creazione è Clara, la protagonista del romanzo. Una donna forte, indipendente, ambiziosa, una donna atipica per l'epoca ma che è  così facile sentire vicina, oggi.
L'autrice ha cercato di ricostruire la suo storia attraverso le poche testimonianze esistenti e ci ha regalato un ritratto indimenticabile della società newyorkese dell'epoca.
Se amate i romanzi storici lo adorerete, ve lo assicuro! 




venerdì 7 marzo 2014

Kafka sulla spiaggia // Murakami Haruki


Autore: Murakami Haruki 
Titolo: Kafka sulla spiaggia 

Genere: Romanzo
Editore:  Einaudi
Traduzione: Giorgio Amitrano 
Anno: 2002
Prezzo:  15 Euro (ebook 6,99 Euro)
Pagine: 528




Ogni volta che inizio un libro di Murakami Haruki è sempre una sorpresa: capire come andrà a finire non si può, anche quando la fine si sta avvicinando. 
Ho spesso sentito da chi ha letto la prima volta uno dei suoi libri definirli "strani", "contorti" o l'onnipresente "molto particolari"...Io li definirei piuttosto "sorprendenti". 
La trama è più complessa e articolata dei suoi romanzi precedenti e la dimensione onirica e fantastica prevale (la pagina di Wikipedia dedicata lo colloca nel filone "realismo magico"): indubbiamente Norvegian Wood è un'altra storia. 
Murakami è un mago dell'intreccio, quindi inizialmente è come se avesse messo a caso dei personaggi le cui storie sembrano non avere un nesso, ma poi la matassa si sbroglia, lentamente.

La trama si svolge attorno a due personaggi: Tamura Kafka, un ragazzo di quindici anni che decide di scappare di casa e Nakata, un anziano signore di circa sessant'anni con un ritardo mentale che parla con i gatti. 
Tamura decide di fuggire il giorno del suo compleanno dal padre, con cui vive per sfuggire alla maledizione che l'amorevole genitore gli ha lanciato: "ucciderai tuoi padre e giacerai con tua madre e tua sorella". Quasi per caso si ritrova in una biblioteca privata e fa amicizia con il bibliotecario che gli propone di lavorare nella biblioteca; qui conosce anche la direttrice, una donna affascinante e con un passato molto curioso e doloroso che si rivelerà essere il perno attorno a cui si articola la vicenda.
Parallelamente si svolge la storia di Nakata. In seguito ad un incidente subito da bambino l'uomo ha perso la capacità di leggere e scrivere e qualunque nozione appresa ma ha acquisito curiose capacità come quella di parlare con i gatti o guarire le persone.
Vive solo grazie al sussidio per la sua disabilità e "arrotonda" cercando i gatti scomparsi; durante una di queste ricerche scopre che i gatti vengono rapiti e uccisi da Johnnie Walker. Una scena terribile che avrei voluto evitare e se siete sensibili come me vi consiglio di saltare, tanto ve lo dico io cosa succede: Nakata uccide Johnnie Walker e va dalla polizia a confessare il delitto, senza però essere creduto. Poi scappa senza avere una meta grazie all'aiuto di sconosciuti. Questo Johnnie Walker si rivela essere il padre di Tamura Kafka che nel frattempo è già lontano.
Da questo punto i due sembrano rincorrersi, sia fisicamente che grazie alla connessione che sembra legarli.

Il libro credo sia il più lungo tra quelli di Haruki ma vi assicuro, la lettura è travolgente. A parte alcune scene decisamente splatter è molto coinvolgente. I temi devo ammettere che sono già visti per chi come me ha già letto molti libri di questo autore: il sogno, l'incubo, i sentimenti travolgenti che decidono le sorti dei personaggi, la morte che in questo caso domina l'intero romanzo. La trama è però qualcosa di inedito, forse una delle migliori. Anche in questo caso vale sempre lo stesso consiglio che do a chi vuole affrontare la lettura di un romanzo di questo autore: mente aperta e lasciarsi trascinare.