Titolo: E l'uomo incontrò il cane
Genere: Saggistica
Editore: Adelphi
Traduzione: Amina Pandolfi
Anno: 1950
Prezzo: 10 Euro
Pagine: 123
In questo periodo ho avuto modo di leggere diversi libri per ciò che riguarda i cani, la loro educazione e quant'altro e so che per molti sembrerò ingenua, una "novellina" in questo campo e sicuramente è vero.
Tra i vari manuali ho letto questo libro (su consiglio del mio ragazzo) e mi ha particolarmente colpito.
Lorenz era uno zoologo ed etologo austriaco, quindi il suo approccio nell'affrontare l'argomento è sicuramente quello di uno scienziato ma non lasciatevi ingannare: questo non significa che le pagine sono piene di resoconti freddi e oggettivi sulle razze canine e sul significato dei diversi modi di scodinzolare ma.
Il libro è suddiviso in undici capitoli ognuno dedicato a diversi temi; a parte il primo capitolo (l'unico che ho trovato noioso) in cui l'autore ipotizza come sia nato in epoca preistorica il rapporto uomo-cane gli altri sono il riassunto episodi legati alla vita di Lorenz che da scienziato e profondo amante della razza canina ha deciso di trasmettere agli altri.
In particolare mi ha colpito questo passaggio:
Molti e diversi tra loro sono i motivi che possono spingere la gente ad acquistare e a tenere un cane, e non tutti sono buoni. Innanzi tutto, tra gli amici dei cani vi sono anche coloro che cercano rifugio in un animale soltanto a causa di amare esperienze personali. Mi rattrista sempre sentire quella frase malvagia e totalmente falsa: «Le bestie sono migliori degli uomini». Non lo sono affatto! Certo, la fedeltà di un cane non trova facilmente l’equivalente tra le qualità sociali dell’uomo. In compenso, però, il cane non conosce quel labirinto di obblighi morali, spesso in contrasto tra di loro, che è proprio dell’uomo, non conosce, o soltanto in misura minima, il conflitto fra inclinazione e dovere, insomma tutto ciò che in noi poveri uomini crea la colpa. Anche il cane più fedele è amorale, secondo il significato umano della responsabilità.
Ciò che ho capito e imparato e di cui farò tesoro è che per essere un buon padrone non ha senso trattare il proprio cucciolo come un bambino e che i cani puzzano, sporcano, combinano disastri, abbaiano e se non sono adeguatamente educati possono essere molesti se non pericolosi.
Non sono dei peluches (soprattutto se come per me a quattro mesi pesano 20 kg e mordono qualunque cosa), non sono dei trofei da mostrare.
Leggendo questo libro mi sono resa conto di quanto l'uomo spesso umanizzi i propri animali e siano inappropriate alcune situazioni (ad esempio portare un cane di grossa taglia al centro commerciale pieno di gente a passeggiare; giuro di averlo visto e neanche raramente...) e di quanto sia facile fare qualcosa che potrebbe compromettere l'autorità dell'uomo e quindi il rapporto con il proprio cane.
Consiglio questo libro a chi come me ha bisogno di un piccolo aiuto per capire come comportarsi con il proprio cane, soprattutto se non ne avete mai avuto uno: bastano poche regole (a volte un po' brutali ma la natura non è clemente purtroppo) perché non ci siano barriere per costruire un solido e stupendo rapporto. Il libro è molto breve e assolutamente privo di tecnicismi, quindi non è una lettura così impegnativa.
P.s. Il cucciolo a cui faccio riferimento per chi non avesse letto i miei post precedenti è Dana, il "piccolo" pastore tedesco che io e il mio ragazzo abbiamo preso e che a causa del caldo è stravaccata sul pavimento e mi guarda con il suo musetto da peste.
La amo con tutto il cuore.
Ma guarda che bellina, me la ricordo sì dai tuoi ultimi post! Credo che questo libro dovrebbero davvero leggerlo tutti i padroni di cani... Gli animali non sono dei peluches e nemmeno dei bambini... Pensa che io invece ho spesso sentito gente che chiama il cane "bimbo" (e lo tratta come tale) e i bambini "cucciolo"! Volere bene ai cani e agli animali in generale è un'altra cosa...
RispondiEliminaFabiola
wildflower girl
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Fabiola concordo pienamente con te!
EliminaGrazie per essere passata :)