sabato 28 dicembre 2013

#Tag_ Year of books

Buongiorno a tutti! 
L'anno come ben sapete è ormai agli sgoccioli ed è proprio ora di tirare le somme. Da qualche giorno stavo pensando al post da scrivere ma una classifica sarebbe stata noiooosa, non scrivere nulla mi sarebbe dispiaciuto...Che fare? Fortunatamente esistono blogger più furbe e creative della sottoscritta come Alessia di Il profumo dei libri, un blog bellissimo...Lo conoscete? No?? Passate a trovarla perché ne vale la pena.
Comunque la bravissima Alessia ha ideato un Tag per parlare un po' dell'anno che è passato e delle nostre letture. Se volete partecipare usate il bellissimo banner! 

 Il profumo dei libri - TAG: Year of Books



Per tutti i lettori:
1. Il libro più bello?
Beh, bella domanda. Dopo una attenta riflessione direi che il premio può aggiudicarselo "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee, uno dei pochi libri che rinnova la mia fiducia nell'umanità. Mi dispiace solo averlo letto da adulta... 

2. Il libro più brutto?
Come chi mi segue da un po' forse ha intuito io evito di fare recensioni di libri che non mi sono piaciuti perché vi assicuro che consigliare di non leggere un libro mi fa davvero stare male. In ogni caso gli ultimi due libri che ho finito sono stati un vero disastro uno dei quali vince, senza alcun dubbio. Si tratta di "Il paese delle nevi" di Kawabata Yasunari. Noioso. Incomprensibile. Per me che ho sempre adorato la letteratura giapponese è stato duro da accettare. 

3. Il libro più lungo?
Mi meraviglia ammettere che si tratta di "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" con le sue 446 pagine. Dopo aver letto "Anna Karenina" e "Guerra e pace" mi sembra una lettura molto molto contenuta in quanto a spessore, poi essendo così bello l'ho letto con molto molto piacere. 

4. Il libro più corto?
Direi "Il grande Gatsby" ma vista la politica adottata dalla Newton Compton di comprimere i libri in un numero minimo di pagine passando da caratteri per orbi a robe illeggibili non saprei... 

5. Il genere di cui hai letto più libri?
Narrativa contemporanea e non e un po' di classici che non fanno mai male. Come sempre direi, magari nel 2014 mi spingerò ad esplorare altri lidi della letteratura ;)

6. Il genere di cui hai letto meno?
Stranamente i così detti romanzi storici sono quasi assenti nell'elenco...Peccato! 

7. Il libro che non avresti mai preso in considerazione ma che hai amato?
Beh, devo ammettere che come al solito è un libro che mi ha consigliato mia madre i cui gusti letterari differiscono dai miei notevolmente. Diciamo che "amato" è un po' esagerato in questo caso ma l'ho decisamente apprezzato...Si tratta di "Lessico famigliare" di Natalia Ginzburg

8. Il libro da cui ti aspettavi moltissimo ma che ti ha deluso?
Come nel caso del punto 2 anche in questo caso ammetto di non aver trovato di coraggio di recensirlo anche perché le aspettative erano alte, molto alte. Caro Charles Bukowski, con "Donne" il nostro primo approccio non è andato affatto bene....

9. Il libro che hai comprato d'impulso, senza averlo mai sentito nominare?
So che ne sarete meravigliati ma "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro non lo conoscevo, nonostante ne esista anche il film!

10. Un libro super-pubblicizzato che hai deciso di non leggere?
Nonostante sia una mia concittadina "Marina Bellezza" di Silvia Avallone. Trovavo pubblicità del libro ovunque prima ancora della sua pubblicazione quindi siamo già partiti col piede sbagliato. Lo leggerò? Forse...Probabilmente lo inserirò nella mia lista del 2014.


Per i blogger:

1. La recensione più difficile da scrivere?

Mah, al momento che io ricordi mi viene in mente "La bella estate" di Pavese...Ho tentennato qualche settimana prima di pubblicare il post... 

2. La recensione nata con estrema spontaneità in pochi minuti?
"La ragazza di Bube" di Cassola: un vero fiume di parole...Forse è anche quella a cui sono anche più affezionata! 

3. Il post più famoso e più commentato?
Per quanto riguarda le recensioni "Bianca come il latte, rossa come il sangue" e "Expo 58" sono i post più commentati insieme alla Top ten della mia libreria, che invece è un post Tag.

4. Il post a cui sei più legato?
Questa domanda ha una risposta ovvia. Sapete che mi piace condividere con voi oltre alle mie letture anche alcuni aspetti ed eventi della mia vita, quindi nonostante sia legata ad alcune recensioni in modo particolare nulla mi fa commuovere ogni volta come il post che ho scritto quando io e Stefano siamo andati a prendere Dana..

5. Il mese più attivo?
Marzo, forse con la primavera e l'aumentare delle mie ore trascorse in treno hanno influito sulla quantità di libri letti.

6. Il mese più "morto"?
Ovviamente, come è facile comprendere io "sparisco" sempre in corrispondenza di esami/laboratori, periodi in cui l'università prosciuga le mie giornate più del solito...Quindi ovviamente stiamo parlando di febbraio (mi sono laureata, quindi so che mi perdonerete) e novembre in cui invece c'è stata una lunga fase di assestamento in campo scolastico. 

7. Un blog che avete iniziato a seguire per caso e che vi ha sorpreso?
Premetto che tutti i blog che seguo sono stupendi, stimo tutte i blogger con cui interagisco, ormai lo sapete. Però devo ammettere che Little miss book di Marina e Candia di Papers - Scartoffie letterarie si meritano il titolo a pari merito!

8. Un blog che vi hanno consigliato e che invece vi ha deluso?
Mah, non per fare la santerellina ma vi assicuro che è vero: nessuno mi ha ancora consigliato blog per cui devo per forza rispondere nessuno. 
Però un sassolino me lo devo togliere: personalmente non sopporto quando leggo post pubblicati tanto per fare, mi piacciono molto i blog personali, in cui si ha davvero qualcosa da dire, in cui ci si mette davvero in gioco...Chi vuole capire capisca!!!



Quali buoni propositi avete per il prossimo anno?

Io non faccio più la lista dei buoni propositi da anni. In ogni caso spero di riuscire a mantenere tutto ciò che elencherò qui sotto

  • Trovare più tempo per leggere e scrivere recensioni perché quest'anno sono stata davvero troppo poco attiva e incostante e mi dispiace moltissimo
  • Continuare a condividere con voi le mie letture, passioni e quant'altro, a prescindere dal numero dei followers o lettori o seguiti vari
  • Stupirvi. Le buone idee non sono mai abbastanza...
  • ....Ma soprattutto, VORREI TROVARE IL CORAGGIO DI RECENSIRE ANCHE I LIBRI CHE NON MI SONO PIACIUTI. Basta questo silenzio a riguardo, basta essere cauti. Sono sicura che anche da soli capite che le mie restano sempre e solo opinioni personali...
Partecipate anche voi numerosi al post tag, sono curiosa delle vostre risposte!





martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale!


Natale // Roberto Piumini
Quest'anno Natale
Mi ha fatto un bel dono
Un dono speciale
Mi ha dato allegria
Canzoni cantate
In gran compagnia
Mi ha dato pensieri
Parole e sorrisi
Di amici sinceri
Non voglio più niente
Dei vecchi regali 
Ad ogni Natale
Io voglio la gente






Scartate tanti regali, sorridete, mangiate e bevete in compagnia, trascorrete una splendida giornata con le persone che amate.
Tantissimi auguri di un dolce e sereno Natale a tutti.
Alessandra


lunedì 23 dicembre 2013

...And so this is Christmas!

Buongiorno!
In questo periodo stanno passando molto (troppi) giorni da un post all'altro ma come tutti gli universitari sanno questo è un periodo molto impegnativo e a questo si aggiungono i miei impegni extrascolastici.
Oggi però sono tornata a casa dove resterò se tutto va bene fino a S. Stefano e vorrei approfittarne per riposarmi prima dello sprint finale. 

Ho deciso di proporvi i miei must per questo Natale, mi aspetto che commentiate e mi facciate sapere quali sono i vostri!

Il libro 

Penso di non essere l'unica sotto le feste a tornare bambina anche solo per poco.
Forse è per questo che ogni anno rileggo Peter Pan, quello originale ovviamente. 
E' bello almeno una volta all'anno confidare sognare e ricordare: "Nel momento stesso in cui dubitate di poter volare, cessate anche di essere in grado di farlo".


Il film 


Come possono mancare durante le vacanze di Natale il film della Disney?
E per me La spada nella roccia non è IL cartone: lo so a memoria e lo adoro. 








....In alternativa, per i momenti in cui mi sento stranamente romantica Love Actually è in assoluto il film che preferisco! 



La colonna sonora


Christmas Lights // Coldplay

L'oggetto


L'ho già inserita tra i consigli per i regali di Natale ma da quando me l'hanno regalata la sto usando un sacco, soprattutto quando leggo. Se non la avete ancora vi consiglio vivamente di inserirla nella vostra wishlist!



La ricetta

Come possono mancare i biscotti allo zenzero e cannella durante il periodo natalizio? Ho imparato a farli grazie alla mia coinquilina tedesca e trovo che siano ottimi anche da regalare! Sicuramente sorprenderete i vostri amici e ottimi se avete qualche piccolo pensiero last minute ancora da fare! 
Ma se vi piace lo zenzero e volete una tisana depurativa per rimediare ai bagordi delle feste questa è ottima! L'ho provata e ve la consiglio :)






Fatemi sapere quali sono i vostri must per questo Natale, mi raccomando!!!

Via abbraccio tutti e vi auguro di passare uno splendido Natale facendo le cose che amate...Non c'è nulla di meglio!


Rudolph the Red-Nosed Reindeer (1944) Christmas Cartoon 



sabato 14 dicembre 2013

Aspetta primavera, Bandini // John Fante

Autore: John Fante 
Titolo: Aspetta primavera Bandini


Genere: Romanzo
Editore: Einaudi
Traduzione: Corsi C.
Anno: 1938
Prezzo: 12,5 Euro (6,99 Euro e-book)
Pagine: 238










“Ogni palo del recinto delimitava un sogno, trattenendolo perché si adempisse all’arrivo di ogni nuova primavera”

E' il 1928 e a Roklin, Colorado essere figlio di immigrati italiani non è certo un vanto per il quattordicenne Arturo, soprattutto se è inverno, ci sono a mala pena i soldi per riscaldare il misero appartamento e sono indebitati fino al collo.
L'inverno è arrivato, il mese più triste: il freddo, la penuria aggravata dall'impossibilità del padre di lavorare a causa della neve e il Natale senza regali per sé e per i due fratelli minori.
La madre è una pia donna che trascorre il suo tempo a sgranare il rosario e ad occuparsi dell'amministrazione della casa e il padre Svevo è un muratore che scialacqua non si sa come i soldi che la moglie cerca di risparmiare ma è proprio quest ultimo che desta l'ammirazione del giovane Arturo con cui ha in comune si la volontà di non rassegnarsi alla propria condizione che l'evasione da essa, Svevo con l'alcool e le donne e Arturo con sogni di gloria e l'amore non corrisposto per la compagna Rosa.
Così il padre è l'eroe e la madre la stupida diversa da quelle belle donne americane a cui vorrebbe assomigliare, ma anche la vittima di un marito che non fa che umiliarla.

Aspetta primavera, Bandini è il primo romanzo pubblicato dedicato ad Arturo Bandini seguito da La strada per Los Angeles e Chiedi alla polvere ed è forse quello più autobiografico. Fante descrive perfettamente la condizione degli immigrati italiani in una America ostile, dove forse non si sarebbero mai sentiti a casa. L'italianità non si avverte solo nelle parole dei personaggi che alternano l'idioma natio all'inglese ma soprattutto nella passione e la forza dei valori: l'amore, l'onore, la volontà di riscatto.
Il linguaggio è semplice, schietto, coinciso, carico di realismo e a tratti cinico, sicuramente una delle caratteristiche di tutti i romanzi di Fante e riportato magistralmente nella traduzione.
Da leggere assolutamente non solo se amate la scrittura di John Fante ma anche perché la storia del protagonista fa parte della nostra identità nazionale: Fante è il più grande scrittore italo-americano mai esistito, provare per credere. 

martedì 3 dicembre 2013

#giovanilettori #2 - Skellig // Almond David

Autore: Almond David
Titolo: Skellig


Editore: SalaniGenere: Fantasy
Anno: 2009
Prezzo: 9,9 Euro
Pagine: 115
Età consigliata: 11+







La famiglia di Micheal si è appena trasferita in una nuova casa: un nuovo quartiere, una nuova casa tutta da sistemare, la sorellina appena nata il cui aggravarsi della salute preoccupa tutta la famiglia e obbliga i genitori a recarsi spesso in ospedale.
Un giorno Micheal, curiosando nel vecchio garage pericolante incontra uno strano individuo che apparentemente sembra un barbone ma guardandolo più da vicino si rende conto che quel viso vecchio, bianco, stanco, segnato da crepe cela qualcosa al limite tra il ripugnante e l'affascinante. Skellig, così si chiama, non riesce ad alzarsi e a spostarsi, così Micheal si prende cura di lui, diventando suo amico.
Presto Micheal fa amicizia anche con Mina, una eccentrica ragazzina la cui fervida immaginazione contagia il ragazzo che comincia pian piano a condividere la propria avventura. Ma è solo immaginazione quella che fa vedere a Micheal delle ali sulle spalle di Skellig?

Vi confesso che ho trovato questo libro inizialmente inquietante: la figura di Skellig non è esattamente l'"eroe buono", la fata turchina che aiuta Micheal a superare un momento difficile. Però quì non siamo nel mondo degli adulti dove i preconcetti sono così forti da condizionare ogni rapporto sociale.
Un linguaggio semplice adatto all'età dei protagonisti per trattare temi maturi: capisco perché del grande successo di questo libro...Un giusto equilibrio tra semplicità, immaginazione e mistero, senza dimenticare l'amicizia senza la quale ovviamente non potremmo mai vedere la realtà secondo un nuovo punto di vista.  



giovedì 21 novembre 2013

La felicità è fatta di tante piccole soddisfazioni.

Ho deciso di iniziare a tenere un blog quasi come una sfida personale. Per molti anni ho pensato che una delle mie più grandi passioni fosse solo appunto una passione da coltivare nei ritagli di tempo, quando lo studio e gli altri mille impegni mi avrebbero dato un attimo di tregua. 
L'anno trascorso è stato per me un periodo complicato, in cui sono stati più i momenti in cui ho dubitato di me stessa che quelli di serena soddisfazione ma come si suol dire, la vita è fatta da opportunità da cogliere.
Ho deciso di rallentare, di prendermi un po' di tempo per ricordarmi che al di fuori del mondo che mi ero costruita ci sono un mare di possibilità, di guardare tutto da un'altra prospettiva e l'idea di aprire un blog per parlare dei libri che leggevo durante i miei quotidiani lunghi viaggi in treno ammetto che è stato più per me stessa che per aspirare alla gloria e al successo. 

Mi sono data un anno di tempo, per capire se sarei riuscita a trovare il tempo, se mi sarei stancata, se a qualcuno sarebbe interessato cosa avrei avuto da dire. 
Inaspettatamente il tempo l'ho trovato, anche se con poca costanza, ci ho preso gusto  e non solo a qualcuno interessa cosa scrivo ma non mi sarei mai aspettata di avere così tante piccole grandi soddisfazioni. Ho scoperto un sacco di persone interessanti a cui stranamente quello che scrivo interessa, che mi segue e anche se ovviamente mi rendo conto che i grandi numeri sono un'altra cosa devo ringraziare tutti coloro che hanno letto ciò che ho scritto e che hanno fatto si che tutto questo mi abbia dato così tanto. 

Il mio obiettivo era continuare per un anno, semplicemente per vedere cosa sarebbe successo ed eccoci quì, un anno dopo dalla mia prima recensione a tirare le somme. 

Grazie a ognuno di voi perché questo primo "compleanno" è soprattutto merito vostro. 







"Happy Birthday to You" starring Charlie Brown and the Peanuts Band

giovedì 7 novembre 2013

Non lasciarmi // Kazuo Ishiguro

Autore: Kazuo Ishiguro
Titolo: Non lasciarmi


Genere: Romanzo
Editore: Einaudi
Traduzione: Paola Novarese
Anno: 2005
Prezzo: 12 Euro
Pagine: 291 






"Mi chiamo Kathy H. Ho trentun anni, a da più di undici sono un'assistente. Sembra un periodo piuttosto lungo, lo so, ma a dire il vero loro vogliono che continui per altri otto mesi, fino alla fine di dicembre. A quel punto saranno trascorsi quasi esattamente dodici anni. Adesso mi rendo conto che il fatto che io sia rimasta per tutto questo tempo non significa necessariamente che loro abbiano grande stima di me. Ci sono ottime assistenti a cui è stato chiesto di abbandonare dopo appena due o tre anni. E poi me ne viene in mente almeno una che ha operato per oltre quattordici, malgrado fosse un'assoluta nullità. Quindi non ho nessuna intenzione di darmi delle arie."

Avete presente quei libri in cui si capisce tutto dall'incipit e che si fanno leggere per il puro piacere di leggere? Ecco, non è uno di questi.
Nonostante la pubblicazione sia abbastanza recente i temi sono di quelli già triti e ritriti, ma non mi era mai capitato di leggere qualcosa sul tema che fosse scritto in modo così soggettivo e toccante.
Kathy, Tommy e Ruth sono tre compagni del collegio di Hailsham, un istituto che si trova nella campagna inglese ma totalmente slegato dal resto del mondo.
La protagonista e voce narrante è Kathy che cresce fin dalla più tenera età in questo luogo che ha il compito di educare i ragazzi prediligendo lo sfoggio della capacità individuale dei giovani studenti, in particolare attraverso delle sorta di aste in cui  devono produrre poesie, disegni, sculture ed altri oggetti legati alla sfera sentimentale. L'aspirazione più grande per uno studente di Hailsham è che uno dei propri lavori venga scelto per la galleria di Madame, una misteriosa donna che sembra essere la direttrice dell'istituto ma che non sembra voler avere contatti diretti con gli alunni.
Ma cosa se ne fa Madame di questi lavori? Questo è uno dei grandi interrogativi che si pongono i protagonisti man mano che crescendo capiscono che la rigida struttura organizzativa di Hailsham non potrà proteggerli per sempre, così come non lo potranno fare i tutori. 
Crescendo quello che sembra un semplice istituto per orfani (nessuno dice che i ragazzi sono orfani, sia ben chiaro) inizia a svelare la sua ambiguità. Prima con frasi celate in altri discorsi dai tutori, poi quando una di essi decide di aprire il "vaso di Pandora" e rivelare la sola e pura verità su Hailsham e sui ragazzi. 
La vita di Kathy e degli altri due amici in realtà non ne sarà poi così sconvolta e non li porterà neppure ad una rassegnata o disperata consapevolezza ma procederà sui soliti binari, se non per alcuni episodi in cui è più la speranza di poter comunque scegliere che quella di rifiutare la realtà. 
Questo però vale solo per i protagonisti perché per il lettore cambierà tutto.

Questo colpo di scena appare dopo molte pagine. Vi confesso che sono andata avanti con la lettura abbastanza scettica ma una volta che viene data la chiave di lettura l'intera vicenda è come un pugno nello stomaco. 
La maggior parte di noi ha letto Frankenstein e ha visto The Island e sicuramente il dibattito sul legame etica - scienza è stato sviscerato (anche quotidianamente ma in differenti termini e contesto) ma credo che ciò che l'autore ha fatto egregiamente sia stato dare un'anima alla vicenda e svelare inequivocabilmente che nulla non può che essere frutto di un compromesso, in questo caso l'apice del detto "occhio non vede, cuore non duole". 
Sicuramente il libro è scritto benissimo e tradotto altrettanto bene ma non ho ancora capito se mi è piaciuto, quello di cui sono sicura è che sicuramente non si tratta di quei libri che leggi e poi dimentichi.
Credo che pochi libri mi abbiano colpito così tanto, per come è scritto ma soprattutto per la forza della combinazione di tema e scrittura: leggendo tutto diventa vivo e tangibile.
Tutto sembra coperto da un fumo grigiastro, tutto sembra essere triste, ma non di quella tristezza che sai che passerà. E' come una lunga e interminabile giornata di pioggia. 

Ah, ne hanno fatto anche un film omonimo ma che non penso di vedere soprattutto perché non sopporto come recita Keira Knightley ma mi hanno detto che seppure non eguagli il libro anche il film merita!






Judy Bridgewater // Nevere Let Me Go


giovedì 31 ottobre 2013

This is Halloween

Buongiorno ragazzi! 
So che molti di voi festeggeranno Halloween facendo qualcosa di speciale, io penso che posticiperò il tutto di un giorno causa università nonostante ci tenga davvero a fare qualcosa, il che probabilmente prolungherà i festeggiamenti a tutto il weekend (eheheh). 
Ogni anno ci sono alcune cose che non possono mancare in questo periodo, una sorta di rito in mancanza della decorazione della zucca. 
Ho deciso di proporvi i miei "must" ma premetto che non c'è nulla di strong, state tranquilli ;) 




Il libro 

Il libro delle storie dei fantasmi di Roald Dahl

Io sono particolarmente impressionabile quindi questo anche se è un libro per ragazzi e nonostante l'abbia letto per la prima volta a 11 anni mi fa ancora venire i brividi...
Davvero molto bello, anche per chi non ama il genere. 




Il film 




Il mistero di Sleepy Hollow è già abbastanza per me, ma nel caso in cui preferiate qualcosa di più soft e da far vedere magari anche con i bambini c'è anche una alternativa, altrettanto valida, ovvero La sposa cadavere. 






La colonna sonora




Come può mancare This is Halloween, colonna sonora del film The Nightmare Before Christmas?! Il film non è tra i miei preferiti ma la canzone è stupenda! 


La ricetta 


(Perché io non mi faccio mancare nulla....) 

Tra le milioni di ricette che esistono dolci, salate, salutari o meno la mia preferita rimane in assoluto quella degli gnocchi di zucca che mia mamma fa ogni anno.
La ricetta la potrete trovare cliccando quì ; vi assicuro che è semplice e ne vale la pena, anche per chi è a dieta e non vuole esagerare...Riesco a farla anche io che sono totalmente impedita ;) 



Passate una buona giornata e trovate un po' di tempo per festeggiare, mi raccomando! :)










mercoledì 30 ottobre 2013

Come le mosche d'autunno // Irène Némirovsky

Autore: Irène Nemirovsky 
Titolo: Come le mosche d'autunno 

Genere: Romanzo
Editore: Newton Compton 
Traduzione: Di Lernia Alessandra
Anno: 1931
Prezzo: 4,90 Euro (ebook 2,99 Euro)
Pagine: 99 





"Come mosche d'autunno" è un romanzo breve scritto dalla giovanissima Irène Nemirovsky (allora aveva solo 28 anni). Chi di voi la conosce? Io ammetto di non aver avuto idea di chi fosse (accidenti a me..) e anche so che è una cosa che si dice sempre sugli scrittori mai come in questo caso è fondamentale capire la sua vita e le vicende che hanno condotto la sua famiglia a fuggire dalla Russia per arrivare in Francia dove ha vissuto e lavorato. 

Tat'jana Ivanovna è una anziana nutrice che per decenni ha lavorato per la famiglia Karin, la fedele "njaja" di due generazioni di rampolli della ricca casata russa. La Rivoluzione Bolscevica travolge la Russia e sconvolge l'ordine sociale: vede i giovani Kirill e Jurij partire per la guerra, quegli stessi ragazzi che ha visto nascere e crescere. E' lei che rimane nel palazzo quando la famiglia fugge a causa della Rivoluzione ed assiste alla uccisione di uno di questi da parte di uno dei contadini. 
Dopo aver assistito alla distruzione di tutto ciò che aveva di più caro e della realtà in cui aveva vissuto lei e la Russia intera prima di lei decide di seguire i Karin in Francia perché la famiglia che ha servito per quarant'anni è tutto ciò che ha. Nonostante l'età avanzata lascia tutto e vaga per l'Europa senza una vera meta, allo sbaraglio (come le mosche d'autunno appunto..) assistendo alla perdita dell'ultimo stralcio di dignità rimasto alla famiglia.
Tat'jana aspetta con impazienza la neve per tornare, almeno con la mente, nella Russia che in realtà non ha mai abbandonato. 

Il racconto è davvero molto breve ma molto intensoTat'jana Ivanovna non è che il simbolo del popolo russo e del sovvertimento sociale che la Russia ha subito; la storia della famiglia Karin è anche la storia della famiglia della scrittrice che deve lasciare il Paese nativo per trovare un altro luogo da chiamare "casa".
Da amante della letteratura russa mi è sembrato che questo racconto dal tono profondamente malinconico sia l'epilogo della Russia forte e nobile immutata per secoli descritta da Tolstoj, la porta che chiude un'epoca, la stessa sensazione che vuole trasmettere "Il Gattopardo" e che Irene Nemirovsky riesce a cogliere e trasmetterci con un'intensità e maturità che è raro trovare in una ragazza di soli 28 anni: questo racconto è una vera perla, un piccolo gioiello donatoci prima che la prematura morte dell'autrice all'età di 39 anni.






lunedì 28 ottobre 2013

E l'eco rispose // Khaled Hosseini


Autore: Khaled Hosseini 
Titolo: E l'eco rispose 

Genere: Romanzo
Editore: Piemme 
Traduzione: Vaj I.
Anno: 2013
Prezzo: 19,9 Euro (ebook 9,90 Euro)
Pagine: 456




Sono sincera: è abbastanza inusuale che io legga un libro appena pubblicato (con qualche mese di ritardo, ma ho i miei tempi..). Soprattutto quando un libro viene già pubblicizzato per mesi e mesi
il mio storcere il naso non è per pregiudizio ma mi diverte scommettere: il successo sarà una cosa di pochi mesi o andrà a fondo come un sasso nel mare delle pubblicazioni? 
Non ho letto nessuna recensione ma non ho atteso con ansia il giorno in cui sarebbe arrivato in Italia.
Semplicemente mi è capitato tra le mani e mi sono chiesta: "Perché no?!".
Ad onor di cronaca ho letto sia Il cacciatore di aquiloni che Mille splendidi soli e li ho trovati davvero dei bei libri (oltre che ben pubblicizzati). 

Nei dieci anni che sono trascorsi dal primo libro e il sei che lo separano dal secondo sono cambiate molte cose. L'Afghanistan non è più al centro delle notizie, sicuramente si sente molto meno la volontà di denuncia sociale (ammettiamolo, i racconti non sono fini a se stessi) e di svelare il punto di vista di un insider su un paese allora poco conosciuto. 
Ma non so se abbia veramente senso mettere in relazione l'ultimo romanzo con i precedenti: questo libro è molto più intimo, motivo per cui ha aperto una breccia nel mio cuore.
E' la storia di un amore incondizionato tra fratelli, verso la famiglia, verso la propria patria. Ma non solo.
La storia è l'intreccio tra più vicende in cui apparentemente il nesso è impercettibile, una sorta di "effetto farfalla". Ogni capitolo narra una piccola parte della storia che si svolge nel corso di una sessantina d'anni, in luoghi diversi, come un grande gomitolo di cui non si riesce a trovare l'inizio. In questo si riconosce il tocco del maestro: l'empatia che si crea con i personaggi ti fanno arrivare in fondo al libro perché devi sapere come va a finire e come nella vita a volte le cose non vanno come vorremmo che vadano e arriviamo troppo presto o troppo tardi per avere un lieto fine, ma riesci ad accettarlo perché anche se sarebbe bello il contrario renderebbe la storia solo una farsa...E questo non importa, anzi, ti avvicina ancora di più a quei valori che sono così cari ad Hosseini da essere motore e catalizzatore della storia.

Sabur sta andando con il suo carro (unico suo mezzo di locomozione) verso Kabul con i due figli Pari e Abdullah avuti dal il suo primo matrimonio; nel piccolo villaggio rurale in cui vive ha lasciato la donna con cui si è risposato dopo essere rimasto vedovo da cui aspetta un altro figlio. A Kabul lo aspetta l'ex cognato che lavora come autista per un ricco uomo in città: l'accordo è quello di offrirgli un lavoro ma la proposta è anche un'altra, una di quelle che cambiano la vita e che nessun genitore vorrebbe dover prendere.
Di che proposta si tratta? Ovviamente non ve lo dico. 
Scopritelo da voi, vi assicuro che ne vale la pena.




Munford and Sons // Nothing is Written






sabato 5 ottobre 2013

In vena di confidenze.

"Oltre a essere la mia città, Torino è anche la mia casa. E come ogni casa contiene un ingresso, la stazione di Porta Nuova, una cucina, il mercato di Porta Palazzo, un bagno, il Po, e poi naturalmente il salotto di Piazza San Carlo, e quel terrazzo che è il Parco del Valentino, e il ripostiglio del Balon, e una quantità di altre cose e di altre storie. Aprire questo libro è un po' come entrare in casa nostra. Mia. Vostra."
"Torino è casa mia" di Giuseppe Culicchia

Il 30 Settembre è stato il mio penultimo primo giorno di scuola.
Dopo una sorta di anno semisabbatico, dai risultati confusi e alquanto deludenti non mi aspettavo molto. 
Tutti i miei compagni hanno un anno in meno di me. 
Ho dovuto fare il mio settimo trasloco in 4 anni per andare nel mio quarto appartamento, con la mia quinta compagna di stanza.
Non ho la televisione.
Non avevo voglia di iniziare, lasciare il mio ragazzo, Dana etc. per rivederli solo due giorni a settimana. 
A diciannove anni si pensa che essere autonomi sia una figata ma fare spesa, lavatrice, cucinare eccetera se esci di casa alle otto e torni dodici ore dopo con un sacco di cose da fare ti fa rimpiangere di avere mamma che fa tutto. 
Si stava molto meglio a casa nel dolce far niente. 
Ma questo era prima del 30 Settembre.
Da lunedì sono successe una serie di piccole cose.
La mia nuova compagna di stanza è fantastica, siamo subito diventate amiche.
Sono riuscita ad entrare nel laboratorio che volevo.
Sono finita nel gruppo di lavoro migliore in cui potessi finire.
Nonostante il laboratorio sia già iniziato col botto è stato entusiasmante (per ora).
Ho lezione al Lingotto...Chi di voi studia in un luogo che è anche un centro commerciale con tanto di cinema e pinacoteca...???
Insomma, la prima settimana è andata benone.
Non so se il mio entusiasmo sarà solo temporaneo ma tutto ciò mi ha cambiata anche se solo in modo impercettibile.
Quando mi sono trasferita a Torino per la prima volta è stato dopo il liceo, ero superlanciata, ma anche spaesata, poi l'entusiasmo è scemato anche perché vivendo tra università e casa non ho mai avuto l'occasione di frequentare la città come avrei voluto; da allora ho sempre vissuto con la valigia in mano, con un peso sullo stomaco ogni domenica sera in stazione e il sollievo nell'avvicinarsi del venerdì. 
Ora sento di aver avuto una seconda possibilità e finalmente ho capito. 
Torino è una città ancora un po' provinciale, piena di studenti, in cui le attività culturali sono tantissime, una città d'arte, un po' misteriosa, in perenne cambiamento, quella città in cui andavo quando ero ragazzina in gita scolastica o a fare shopping ogni tanto, la città che in fin dei conti conosco abbastanza bene e dove ho stretto un sacco di amicizie che durano ormai da anni. 
E io quì mi sento a casa.





sabato 28 settembre 2013

Acciaio // Silvia Avallone

Autore: Silvia Avallone
Titolo: Acciaio 

Genere: Romanzo  
Editore: Rizzoli
Anno: 2010 

Prezzo: 18 Euro
Pagine: 368







Anna e Francesca. O meglio: AnnaeFrancesca, come tutti si riferivano a loro, dove va una c'era anche l'altra, sempre insieme, una cosa sola fin dalla loro infanzia. 
Anna e Francesca hanno 13 anni, vivono a Piombino, in via Stalingrado in uno di quei quartieri operai a pochi passi da uno dei luoghi più belli d'Italia eppure così lontane dai turisti che prendono il traghetto per l'Elba: loro in vacanza non ci sono mai andate.
Passano le loro giornate in spiaggia o a casa e la festa di Ferragosto è l'Evento.
Sanno di essere belle e lo sbattono in faccia alle loro coetanee che in spiaggia si coprono con l'asciugamano, giocano con i maschi, non si vergognano a ballare seminude consapevoli di essere viste da tutto il palazzo di fronte e sanno che la loro bellezza è la sola cosa che hanno.
Sono sole contro il mondo: vivono in famiglie difficili, il padre di Anna è un delinquente che di spaccarsi la schiena per mantenere la famiglia non ne vuole sapere, mentre Francesca e sua madre sono vittime di un padre-padrone che risolve ogni sgarro con le botte.
In tutto questo la Lucchini, l'acciaieria che da lavoro agli abitanti del quartiere domina tutto, contamina l'aria, fagocita vite ed energie, distrugge tutto ciò che di bello ci potrebbe essere.

Leggendo il libro mi immaginavo una scena tipo immagini di Dorè della rivoluzione industriale inglese...Nubi cupe e grige che coprono tutto, edifici fatiscenti e sovraffollati, il che di per se è alquanto anacronistico tenendo conto che la storia è ambientata nel 2001 (non che sia significativo dato che a parte l'episodio dell'11 settembre la vicenda è totalmente slegata dalla realtà).
Di per se non mi è spiaciuto, vi confesso che alla fine mi sono quasi commossa. La storia di questi "ragazzi perduti" che non hanno altra via d'uscita al di fuori della morte sul lavoro o per la droga, le ragazze che sognano di farsi strada apparendo su Canale 5 (!!!!), le madri che sembra vivano negli anni '50...Insomma, ha una sua logica, un suo ragion d'essere se non fosse che, accidenti, con questo libro ha vinto il premio Strega e alcuni altri prestigiosi premi!
L'ho letto velocemente anche curiosa di come andasse a finire, ho trovato molto bella questa storia di amicizia profondissima, anche piuttosto ambigua tra Anna e Francesca, di come l'autrice descrive le dinamiche adolescenziali, ma perdonatemi se vi dico che l'ho trovato molto più vicino ad un romanzo adolescenziale anche per la superficiale visione del mondo che viene data.
Probabilmente mi sbaglio visto il grande successo letterario ma dopo aver letto due libri che hanno vinto in passato lo stesso premio (Pavese e Ginzburg) mi aspettavo di meglio...


venerdì 27 settembre 2013

Lessico famigliare // Natalia Ginzburg

Autore: Natalia Ginzburg
Titolo: Lessico famigliare

Genere: Romanzo autobiografico 
Editore: Einaudi
Anno: 1963

Prezzo: 12 Euro
Pagine: 278







Natalia Ginzburg è una delle figure centrali della letteratura italiana del dopoguerra nonché coinvolta nella vita politica del Paese a partire dal 1969 e nel 1983 viene eletta in Parlamento tra le liste del Partito Comunista Italiano.
Questo romanzo, che riceve il premio Strega nel 1963 raccoglie la memoria non solo della autrice ma anche e soprattutto della propria famiglia tra gli anni '20 e '50.
Natalia Levi vive a Torino con i genitori e i tre fratelli, il padre è uno scienziato triestino di origine ebraica e la madre è milanese di origine cattolica. Una famiglia di altri tempi, genitori di altri tempi, un'educazione impartita come oggi sarebbe impensabile, una dignità come solo le famiglie di un tempo sapevano mantenere nonostante la mancanza di soldi e il sentirsi braccati durante la guerra.
Il padre, Giuseppe Levi, è la figura centrale della famiglia, un uomo burbero e facilmente irritabile di cui Natalia fa un impietoso (ma in fondo dolce) ritratto.

Nella mia casa paterna, quand'ero ragazzina, a tavola, se io o i miei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava: Non fate malagrazie! Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: – Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezzi! Non fate potacci! Sbrodeghezzi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che non poteva soffrire. Diceva: – Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi! E diceva: – Voialtri che fate tanti sbrodeghezzi, se foste una table d'hôte in Inghilterra, vi manderebbero subito via.

Le gite in montagna sono memorabili, così come i rimproveri verso la moglie o sulle scelte dei figli.

Gino si iscrisse poi in ingegneria; e quando tornava a casa dopo un esame, e diceva che aveva preso un trenta, mio padre chiedeva: - Com'è che hai preso trenta? Com'è che non hai preso trenta e lode? E se aveva preso trenta e lode, mio padre diceva: - Uh, ma era un esame facile.-

La madre è invece una donna semplice sempre di buon umore, che come molte altre madri ha il compito del "genitore buono", è lei il collante della famiglia, che si prende cura affettuosamente dei figli smussando il duro carattere del marito.
Il Fascismo è un morbo che anche non volendo lentamente infetta tutto, anche le dinamiche familiari. I Levi sono tutti convinti antifascisti così come i propri amici; fratelli e il padre vengono arrestati, l'odioso regime condiziona le loro vite tanto da dover andare via da Torino.
I figli si sposano, la famiglia si divide.

Lo stile è semplice e piacevole, in netto contrasto con la complessità del romanzo in se, un microcosmo descritto con un linguaggio pudico, sincero, senza sconti e finzione. Non è una apologia, la sua famiglia non è perfetta ma proprio per questo è degna di essere raccontata.  
Lessico famigliare non vuole però essere una semplice biografia e di fatto non lo è. Quello che Natalia racconta in modo a volte distaccato è la storia di un'Italia che cambia, ferita, che si rialza. In parte perché il salotto di casa Levi era frequentato da alcune delle personalità più importanti dell'epoca come Vittorio Foa, Adriano e Camillo Olivetti, Filippo Turati, Cesare Pavese, Felice Balbo, Anna Kuliscioff, Franco Rasetti, Felice Casorati, Eugenio Montale, ma anche perché questa potrebbe essere la storia di molte famiglie. 
La stessa autrice ha scritto: Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando ci incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti, ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte nella nostra infanzia. Ci basta dire: "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido solfidrico", per ritrovare ad un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole. Una di quelle frasi o parole ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, […] testimonianza di un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e resuscitando nei punti piú diversi della terra, quando uno di noi dirà — egregio signor Lippman — e subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: "Finitela con questa storia! L’ho sentita già tante di quelle volte!"
Non è proprio questo ciò che è una famiglia?